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Prima cornice del purgatorio: l'incontro con Omberto Aldobrandeschi



Scuola secondo grado La divina commedia

Prima cornice del purgatorio: l'incontro con Omberto Aldobrandeschi
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Prima cornice del purgatorio: l'incontro con Omberto Aldobrandeschi

Omberto Aldobrandeschi: Il Peso della Superbia e la Lezione di Umiltà

L’incontro tra Dante e Omberto Aldobrandeschi avviene nella Prima Cornice del Purgatorio, dedicata all’espiazione della superbia. Omberto è una figura emblematica che rappresenta la superbia della nobiltà feudale, incapace di adattarsi al mutamento dei tempi e delle strutture sociali.

Il contesto dell'incontro

Dante e Virgilio, percorrendo la cornice, osservano le anime dei superbi che avanzano lentamente, schiacciate sotto enormi macigni. Ogni penitente è curvato dal peso, simbolo della gravità del peccato di superbia, che aveva innalzato i peccatori al di sopra degli altri in vita. Questi ora sono costretti a guardare verso il basso, a differenza della loro altezzosa arroganza terrena.

Tra queste anime, Dante nota Omberto Aldobrandeschi, il quale si presenta spontaneamente, come era comune per le anime nel Purgatorio, desiderose di essere ricordate dai vivi per accelerare la propria redenzione.

Omberto Aldobrandeschi, come tutte le anime nella Prima Cornice del Purgatorio, porta un masso sulle spalle. Questo peso simboleggia la sua colpa di superbia e serve come mezzo di purificazione. La pena non è solo una sofferenza fisica, ma anche un'esperienza spirituale che gli permette di sviluppare l'umiltà, la virtù opposta al suo peccato.

Omberto, un tempo altezzoso e orgoglioso della sua nobiltà, è ora piegato e costretto a guardare verso il basso, in contrasto con l'arroganza che in vita lo aveva portato a considerarsi superiore agli altri. Questo cambiamento di postura, dall'altezzosità alla sottomissione, è il cuore della sua espiazione. L'immagine del masso è particolarmente significativa perché rappresenta il peso del proprio orgoglio, che ogni anima deve portare fino a quando non avrà compreso appieno la propria colpa e si sarà riconciliata con Dio.

Le parole di Omberto

Omberto si identifica come appartenente alla famiglia degli Aldobrandeschi, un potente casato feudale della Toscana meridionale. Parla con tono umile e riconosce come la sua superbia abbia contribuito non solo alla sua rovina personale, ma anche al declino dell’intera famiglia. Dice:

«Io fui latino, e nato d’un gran Tosco:
Guglielmo Aldobrandesco fu mio padre;
non so se ‘l nome suo già mai fu vosco.»

Omberto rivela di essere stato ossessionato dall’onore del proprio casato, al punto da considerarsi superiore agli altri. La sua arroganza gli valse l’odio e l’invidia dei suoi contemporanei, che alla fine portarono alla caduta della famiglia. Il ricordo di questa colpa gli grava nell’anima, ed egli la espia portando il peso della pietra.

Il significato dell’incontro

L’incontro con Omberto evidenzia il tema della fragilità dell’arroganza umana. Dante, attraverso la confessione del nobile, sottolinea come la superbia non solo allontani l’uomo da Dio, ma distrugga anche i legami sociali e familiari. L’ammissione di colpa da parte di Omberto rappresenta un passo verso l’umiltà necessaria per la purificazione.

Messaggio universale

L’episodio è un monito contro il pericolo di fondare il proprio valore su privilegi ereditati o status sociale. Dante mostra come persino i più potenti siano destinati a cadere, e che solo l’umiltà e il riconoscimento della propria fragilità possano condurre alla salvezza.

Questo incontro si inserisce in una cornice più ampia di riflessione sulla transitorietà della gloria terrena e sull’importanza della virtù rispetto alla fama.


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