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La Seconda Cornice del Purgatorio: La Purificazione dall'Invidia

La seconda cornice del purgatorio della divina commedia di dante Alighieri. Le anime hanno vestiti grigi e piangono mentre camminano in una stretta parete rocciosa

Scuola secondo grado La divina commedia

La Seconda Cornice del Purgatorio: La Purificazione dall'Invidia
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La Seconda Cornice del Purgatorio: La Purificazione dall'Invidia

La seconda cornice del purgatorio della divina commedia di dante Alighieri. Le anime hanno vestiti grigi e piangono mentre camminano in una stretta parete rocciosa

Nel Purgatorio, la seconda cantica della Divina Commedia, Dante Alighieri dipinge il viaggio della redenzione delle anime attraverso un paesaggio spirituale e fisico che è tanto simbolico quanto reale. Le anime che si trovano nel Purgatorio sono impegnate in un processo di purificazione, in cui ogni peccato viene espiato in un luogo specifico, a seconda del vizio che si è commesso durante la vita. Ogni cornice del Purgatorio è quindi destinata a purificare un peccato specifico, e la seconda cornice è quella che accoglie le anime degli invidiosi.

La seconda cornice del Purgatorio si trova nel Canto XIII della Divina Commedia di Dante Alighieri. In questo canto, Dante e Virgilio giungono nella seconda cornice del Purgatorio, dove le anime degli invidiosi sono espiando il loro peccato.

Canto XIII - Incontri e Penitenza degli Invidiosi

Nel Canto XIII, Dante e Virgilio si trovano a salire la montagna del Purgatorio e raggiungono la seconda cornice, dove sono purificate le anime degli invidiosi. Le anime di coloro che hanno peccato di invidia sono condannate a camminare sotto una pioggia fitta e incessante, con gli occhi velati e coperte di stracci. La loro pena simboleggia l'influenza paralizzante dell'invidia sulla visione del mondo e l'incapacità di vedere il bene negli altri.

Durante il cammino, Dante e Virgilio incontrano diverse anime, tra cui Sapia di Siena, un personaggio che si pentirà del suo peccato di invidia. In questo canto, l'incontro con Sapia rappresenta il momento centrale della riflessione sulla purificazione dall'invidia e sull'importanza della carità, la virtù opposta all'invidia.

Canto XIV - Il Proseguimento dell'Incontro con le Anime degli Invidiosi

Nel Canto XIV, si approfondisce ulteriormente il tema del peccato di invidia e della purificazione delle anime. Dante continua a incontrare altre anime degli invidiosi e ad ascoltare le loro storie di sofferenza e pentimento. La pioggia continua a cadere su di loro, ma l'incontro con le anime e la riflessione su queste esperienze inizia a far intravedere la possibilità di redenzione.

Questi canti (XIII e XIV) forniscono una profonda esplorazione del peccato di invidia, delle sue manifestazioni nell'animo umano e del percorso di purificazione che le anime devono affrontare per liberarsi da questa colpa.

Invidia: Il Peccato da Espiare

Nel Purgatorio, la seconda cornice è dedicata al peccato dell'invidia, una delle sette piaghe capitali che corrompono l'animo umano. L'invidia è il desiderio di possedere ciò che appartiene ad altri, un sentimento che nasce dalla gelosia e dal disprezzo per chi gode di felicità, ricchezze o successi che si ritengono non meritati. Dante descrive l’invidia come un peccato particolarmente pericoloso, poiché mina la capacità dell'individuo di provare gioia per il bene altrui, anzi, la sua esistenza si trasforma in un continuo e distruttivo confronto con gli altri.

In vita, gli invidiosi, più che godere dei propri successi, si tormentano vedendo gli altri prosperare. Questo peccato si radica nella difficoltà di riconoscere la bellezza e la bontà nei successi altrui, e porta all'indifferenza o alla sofferenza. Nel Purgatorio, quindi, le anime degli invidiosi devono subire una punizione che li aiuti a superare questo egoismo e a purificarsi, sviluppando la capacità di gioire per il bene degli altri.

La Cornice e la Pena degli Invidiosi

La seconda cornice del Purgatorio è descritta come un luogo oscuro e ombroso, immerso in un'atmosfera di sofferenza, ma anche di speranza e purificazione. La punizione per gli invidiosi è particolarmente simbolica: le anime sono costrette a camminare sotto una pioggia incessante, che rappresenta il "lacrime" causato dal loro peccato. Questo diluvio non è solo fisico, ma anche simbolico della "lacerazione" che il peccato d'invidia provoca nell'anima. Non solo le anime soffrono il dolore fisico di camminare sotto la pioggia, ma portano anche un peso morale: la loro condizione riflette la difficoltà di superare il disprezzo e il risentimento verso gli altri.

Oltre alla pioggia, le anime sono anche coperte da lenti e spessi veli che impediscono loro di vedere chiaramente, simbolizzando la cecità spirituale che l'invidia genera. Non possono vedere le altre anime in modo chiaro e diretto, proprio come, in vita, l’invidioso non riesce a vedere il bene negli altri, ma lo percepisce sempre come una minaccia alla propria autostima e felicità.

Le anime degli invidiosi sono, inoltre, costrette a parlare tra loro e a scambiarsi parole di lode e gratitudine per il bene che gli altri hanno compiuto, come segno di purificazione dall’invidia e per sviluppare la virtù opposta, la carità. La carità è l’amore disinteressato verso gli altri, che insegna a gioire sinceramente per il bene altrui. Così, le anime invidiose sono destinate a purificarsi dalla loro natura egoistica attraverso il riconoscimento e l'apprezzamento della bontà degli altri.

Le Anime Invidiose: Tra Penitenza e Speranza

Le anime che si trovano in questa cornice sono tormentate dalla pioggia incessante e dal buio che impedisce loro di vedere in maniera chiara. Tuttavia, il fatto che esse siano lì, nel Purgatorio, e non nell'Inferno, rappresenta già un segno di speranza. Esse sono destinate alla salvezza, ma solo dopo aver purificato completamente il loro peccato.

Le anime, pur soffrendo la pena, si esprimono anche con una certa dignità, cercando di riscattarsi attraverso il dialogo con Dante. Durante l'incontro con Dante, queste anime, pur rivelando la loro sofferenza, dimostrano anche un notevole grado di consapevolezza e di desiderio di purificazione.

In particolare, Dante incontra una serie di personaggi in questa cornice, alcuni dei quali si fanno notare per il loro ruolo storico o religioso. Tra questi, uno dei più noti è Sapia di Siena, un'esponente della nobiltà senese che ammette di aver peccato di invidia per la prosperità altrui, che la portò a comportamenti distruttivi e vendicativi. Sapia racconta a Dante della sua sofferenza per l’invidia che l’ha accompagnata per tutta la vita, e la sua espiazione è una delle più emblematiche, poiché Sapia riconosce di essere stata purificata dal suo peccato, attraverso la sofferenza che ora deve affrontare.

Personaggi Incontrati

  1. Sapia di Siena (Canto XIII)
    • Una figura centrale tra le anime degli invidiosi. Sapia è una nobildonna senese, la cui storia simboleggia il culmine del peccato di invidia. In vita, Sapia aveva gioito della sconfitta dei suoi concittadini nella battaglia di Colle di Val d’Elsa, un comportamento che Dante considera paradigmatico dell’invidia.
    • Nel suo dialogo con Dante, Sapia si mostra pentita del suo peccato e riconosce che solo la preghiera di altri l’ha salvata dal destino dell’Inferno. L'incontro con lei permette a Dante di riflettere sulla natura dell'invidia come incapacità di amare il bene altrui.

  2. Guido del Duca e Rinieri da Calboli (Canto XIV)
    • Guido del Duca, un nobile della Romagna, rappresenta una delle anime degli invidiosi che si confessano. Nel suo discorso, Guido critica aspramente il degrado morale e sociale della sua regione, attribuendolo al peccato dell’invidia e alla mancanza di virtù.
    • Rinieri da Calboli, anch'egli presente, è descritto come una figura silenziosa che ascolta e condivide il giudizio di Guido. Entrambi incarnano un’analisi severa delle conseguenze dell’invidia nella vita collettiva.


Guardiani e Figure Simboliche

  1. L’Angelo della Misericordia (Passaggio alla Terza Cornice)
    • Ogni cornice del Purgatorio è segnata dalla presenza di un angelo che guida i penitenti verso la purificazione e l’ascesa. Nell’uscita dalla seconda cornice, Dante e Virgilio incontrano l’Angelo della Misericordia, simbolo della virtù opposta all’invidia: la carità. Questo angelo cancella una delle “P” incise sulla fronte di Dante, segno della purificazione dal vizio.

  2. Esempi di Carità e Invidia Punita (Visioni Simboliche):
    • Durante il percorso nella seconda cornice, Dante vede esempi di virtù opposte all’invidia (la carità) e di punizioni divine dell’invidia attraverso visioni simboliche:
      • Maria alle nozze di Cana, che intercede per il bene altrui.
      • Pisistrato, re di Atene, che perdona chi aveva insultato sua figlia.
      • Caino, che rappresenta il castigo dell’invidia, come primo esempio biblico di questo vizio.



Simbolismo e Lezione Morale

La seconda cornice non è solo un luogo di sofferenza, ma anche di grande insegnamento. Essa invita il lettore a riflettere sull’effetto corrosivo che l'invidia ha sull'anima umana. La pena degli invidiosi, la pioggia incessante e il velo sugli occhi, sono simboli potenti della difficoltà che gli individui provano nel liberarsi da questa piaga. Il fatto che le anime siano obbligate a lodare le virtù degli altri, invece di concentrarsi sulle proprie miserie, è un invito a superare la mentalità egoistica che domina il peccato dell'invidia.

Il tema centrale della seconda cornice è la purificazione. L'invidia, come tutti i peccati, può essere superata solo attraverso un lavoro interiore che conduca all'umiltà e all'amore disinteressato per gli altri. La purificazione dal peccato d'invidia è strettamente legata alla capacità di vedere la bellezza e il valore degli altri, senza sentirsi minacciati dal loro successo. Gli invidiosi nel Purgatorio sono destinati a diventare anime più ricche di virtù, capaci di gioire sinceramente del bene che gli altri compiono.

Conclusioni: Il Messaggio Universale della Seconda Cornice

La seconda cornice del Purgatorio ci offre una riflessione profonda e universale sul peccato dell'invidia, uno dei vizi che più frequentemente corrompono l'animo umano, creando separazioni tra le persone e impedendo il fiorire di un amore sincero e altruista. La pena inflitta agli invidiosi, con la sua pioggia continua e il buio che impedisce loro di vedere in modo chiaro, è una metafora potente della cecità che il peccato d'invidia provoca nella mente e nel cuore dell'individuo.

Dante, attraverso la seconda cornice, ci invita a riflettere sulla nostra propria capacità di provare gioia per il bene degli altri e a superare quella tendenza distruttiva che ci fa soffrire per i successi altrui. L'invito finale di questa cornice è a coltivare la carità, una virtù che ci aiuta a liberarci dall'invidia, ad apprezzare gli altri per quello che sono e a condividere con loro il cammino verso la salvezza.


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