L'Abbazia di Fossanova è un'antica abbazia cistercense situata nel Lazio, Italia. Costruita nel XII secolo, presenta un'architettura gotica mozzafiato con un maestoso chiostro e una chiesa di grande bellezza. È famosa per la sua atmosfera spirituale e per essere stata il luogo di sepoltura di papa Celestino V. Oggi, l'abbazia attira visitatori da tutto il mondo che desiderano ammirare la sua storia affascinante e godere della tranquillità dei suoi spazi.
Benvenuti nel suggestivo mondo dell'Abbazia di Fossanova, un gioiello architettonico che custodisce secoli di storia e spiritualità. Situata nel cuore della regione del Lazio, questa abbazia cistercense offre un'esperienza unica ai visitatori, permettendo loro di immergersi nell'atmosfera magica di un luogo che racchiude tanto fascino e significato. In questo articolo, vi condurremo in un viaggio virtuale attraverso le meraviglie di Fossanova, esplorando la sua storia, la sua architettura e l'importanza culturale che ha conservato nel corso dei secoli.
Dove si trova
L'Abbazia di Fossanova si trova nella regione del Lazio, in Italia. Precisamente, si trova nel comune di Priverno, nella provincia di Latina. Priverno è situato a circa 100 chilometri a sud-est di Roma, la capitale italiana. L'abbazia si trova in una posizione rurale, circondata da campi e colline, e rappresenta una meta popolare per i visitatori che desiderano esplorare la storia e l'architettura medievale della regione.
Storia e Fondazione
L'Abbazia di Fossanova fu fondata nel 1135 dai monaci cistercensi, un ordine monastico noto per la sua dedizione alla preghiera, alla povertà e al lavoro manuale. La scelta di ubicare l'abbazia in questo luogo era legata alla presenza di una sorgente d'acqua, che forniva le risorse necessarie per la sopravvivenza dei monaci e la coltivazione dei terreni circostanti.
La costruzione dell'abbazia seguì i principi dell'architettura romanica, con la chiesa principale dedicata a Santa Maria. Nel corso dei secoli, l'abbazia crebbe in importanza e divenne un centro di vita religiosa e culturale. Fu anche un luogo di sepoltura per diverse personalità di spicco, tra cui papa Celestino V, che morì qui nel 1296.
Durante il periodo medievale, l'abbazia prosperò grazie alle donazioni e al supporto dei nobili locali. La sua posizione strategica lungo la Via Appia, l'antica strada romana che collegava Roma a Brindisi, contribuì al suo sviluppo e alla sua ricchezza.
Tuttavia, nel corso dei secoli successivi, l'abbazia subì periodi di declino e abbandono. Durante il periodo napoleonico, molti dei beni dell'abbazia furono confiscati e dispersi. Solo nel XIX secolo, grazie all'interesse di alcuni studiosi e all'intervento delle autorità locali, si iniziò un processo di restauro e recupero dell'abbazia.
Oggi, l'Abbazia di Fossanova è aperta al pubblico e rappresenta una delle attrazioni storiche più importanti della regione. La sua bellezza architettonica e la sua storia affascinante attirano visitatori da tutto il mondo, che possono ammirare gli affreschi medievali, esplorare il chiostro e partecipare a momenti di preghiera e riflessione.
L'abbazia continua a essere un luogo di culto e spiritualità, con la presenza di una comunità monastica che si occupa della sua conservazione e anima momenti di preghiera e celebrazioni liturgiche. La sua storia millenaria e la sua atmosfera mistica la rendono un luogo suggestivo che testimonia l'importanza della fede e della tradizione religiosa nella società medievale e contemporanea.
Spiritualità e Pellegrinaggio
L'Abbazia di Fossanova ha una profonda connessione con la spiritualità e il pellegrinaggio. Fin dalla sua fondazione, l'abbazia è stata un importante centro di devozione religiosa e meta di pellegrini provenienti da tutto il mondo.
La presenza della tomba di San Tommaso d'Aquino, uno dei più influenti teologi della storia, rende l'abbazia un luogo di grande significato spirituale per i fedeli. La tomba di San Tommaso d'Aquino è considerata un luogo di preghiera e meditazione, dove i pellegrini possono venerare il santo e cercare ispirazione nella sua eredità spirituale.
L'abbazia stessa, con la sua architettura austera e solenne, crea un'atmosfera di riflessione e contemplazione. I visitatori possono immergersi nella quiete del luogo, passeggiare per il chiostro e partecipare alle celebrazioni liturgiche. Queste esperienze offrono un'opportunità di ritiro spirituale e di ricerca interiore.
Inoltre, l'Abbazia di Fossanova è situata lungo la Via Francigena, un'antica rotta di pellegrinaggio che collega Canterbury a Roma. Molti pellegrini che percorrono la Via Francigena fanno tappa all'abbazia per riposarsi, riflettere e rinnovare il loro impegno spirituale. L'abbazia offre loro ospitalità e un ambiente favorevole alla preghiera e alla meditazione.
Il pellegrinaggio a Fossanova rappresenta quindi un cammino di fede e ricerca interiore. I pellegrini possono lasciare alle spalle le preoccupazioni quotidiane e concentrarsi sulla loro relazione con il divino, sul senso della vita e sulla propria spiritualità. La bellezza e la spiritualità dell'abbazia offrono un ambiente propizio per riconnettersi con se stessi e con il sacro.
L'abbazia
L'estetica cistercense, influenzata dagli scritti di san Bernardo da Clairvaux, si oppone con forza al concetto di curiositas, vale a dire la tendenza alla deformazione fantastica dell'arte figurativa romanica. È per questo che negli edifici cistercensi la decorazione appare generalmente
piuttosto limitata ed è caratterizzata dal rigore formale e dall'utilizzo di uno scarno repertorio di forme e motivi, quasi esclusivamente vegetali e geometrici.
Anche nel corredo plastico all'interno dell'abbaziale fossanoviana si ritrova questa stessa volontà di essenzialità che, del resto, connota l'intera produzione artistica cistercense.
Accanto a motivi ornamentali aderenti agli orientamenti estetici dell'Ordine, però, si ritrovano elementi di derivazione centro-italiana e di ispirazione ancora romanica che testimoniano la collaborazione tra maestranze francesi e laziali.
Si osserva pertanto la presenza di una tipologia di fogliame estremamente semplificato nei suoi elementi costitutivi che rappresenta il tema dominante, ma si ritrova ogni volta declinato in infinite variazioni. In alcuni capitelli il trattamento delle foglie si ispira al classico acanto, in altri ancora trovano posto, tra le incisure di separazione, elementi floreali o a goccia, mentre in alcuni il motivo vegetale si ritrova trasformato in foglie rigide e carnose come di pianta grassa.
In alcuni pilastri si osserva la tipologia di capitello di più stretta derivazione borgognona, caratterizzata da una struttura campaniforme serrata da due giri di foglie rigidamente scanalate e terminanti con crochets (uncini).
L'unico elemento estraneo al repertorio vegetale è una piccola papera nascosta in un capitello nel secondo pilastro settentrionale della navata centrale (sulla sinistra). Tale presenza iconica, seppur ben nascosta, non è inusuale nella
prassi artistica dell'Ordine che a volte prevedeva inserti figurativi allusivi alle attività agricole, come dimostrano gli asini di un capitello di Marienstatt (Germania) e le cicogne in un capitello a Chiaravalle di Fiastra (Marche).
L'ingresso in Chiesa per i monaci
Questa porta era riservata all'ingresso in chiesa dei monaci. Essa è sormontata da un arco a tutto sesto sorretto da due colonne con capitelli fitomorfi, rigorosamente privi di apparati figurativi secondo i dettami cistercensi. Al centro della lunetta campeggia un affresco raffigurante la Madonna con il Bambino tra le sante Lucia e Apollonia, tradizionalmente attribuito a un artista di scuola privernate operante nel XIV secolo. La lunetta poggia su due massicci mensoloni semicircolari - simili a quelli della porta dei morti e della porta che conduce dal dormitorio al transetto - che consentono di datare il manufatto a una delle fasi più antiche della costruzione monastica, proprio in ragione del suo carattere più arcaico. Le colonne cinghiate a sostegno del portale sono ingentilite alla base da una decorazione a foglia angolare.
Il chiostro
Fulcro dell'abbazia, il chiostro costituisce il punto di snodo tra la chiesa e gli ambienti di servizio disposti lungo i lati. In questo spazio si svolgevano attività spirituali e materiali, dalla meditazione al reciproco servizio della tonsura. In ambito cistercense, inoltre, consentiva una pratica separazione tra monaci e conversi.
Il chiostro di Fossanova presenta un impianto irregolare dovuto, in parte, alla sovrapposizione al peristilio di una villa tardo-repubblicana (II-I a.C.), in parte al rifacimento del lato meridionale tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo.
Le gallerie nord-est-ovest testimoniano la prima formulazione del chiostro cistercense. Le arcate a tutto sesto si impostano su colonnine doppie, coronate da capitelli a stampella semicircolari e a piramide rovesciata.
La geometriaessenziale delle forme risponde al rigore raccomandato da Bernardo di Clairvaux. La tecnica costruttiva suggerisce una datazione alla fine del XII secolo. La muratura è stata realizzata con laterizi recuperati dalle terme situate di fronte alla facciata (II d.C.). Il termine di confronto più vicino è il chiostro di San Lorenzo fuori le mura a Roma, costruito durante il pontificato di Clemente III (1187-1191) utilizzando materiale di spoglio. I legami tra il pontefice e l'abate, Giordano da Ceccano, farebbero ipotizzare il coinvolgimento di maestranze romane nel cantiere-scuola di Fossanova. Un'altra ipotesi riferisce le tre gallerie al precedente insediamento benedettino.
Questo primo chiostro era coperto a tetto. Lo rivelano i mensoloni di pietra murati nella parete esterna della chiesa abbaziale, in corrispondenza della galleria nord.
I sostegni presentano, infatti, uno scasso per l'alloggiamento delle travi in legno. Alla fine del Duecento la copertura subì una trasformazione per fare posto all'affresco ancora oggi conservato, raffigurante l'Albero di Jesse (la stirpe davidica di Maria e Gesù). Una grande mandorla ospita la Madonna in trono con il Bambino, circondata da Angeli e figure di Profeti. L'esecuzione dell'affresco si lega, probabilmente, all'indulgenza concessa nel 1290 da Nicola IV (1288-1292) ai pellegrini in visita all'abbazia. Tale datazione corrisponde al linguaggio formale del dipinto, ricondotto alla cultura artistica del tardo Duecento romano e forse parte di un piano di abbellimento più ambizioso, di cui fu realizzata solo la galleria meridionale del chiostro.
La galleria meridionale del chiostro fu ricostruita tra la metà del XIII secolo e l'inizio del XIV secolo secondo uno stile ormai lontano dal rigore cistercense.
Divisa in sette campate di dimensioni differenti, scandite da archi diaframma, la galleria è coperta con volte a crociera lisce, con costoloni appena accennati. Le arcate ricadono su colonnine pensili a sud e su alte colonne circolari e ottagonali a nord. La posizione decentrata del refettorio e del
lavabo determinò la scansione del corridoio in due trifore ad est e due quadrifore ad ovest.
Al di sopra del muretto-davanzale corrono colonnine binate su cui si impostano archi ogivali a lancetta. La modanatura soprastante è corredata da teste-mensola in forma umana e animale e termina ai lati su peducci piramidali a goccia.
Al centro delle lunette si aprono oculi dal profilo ottagonale, cruciforme e circolare, simili a quelli della sala capitolare dell'abbazia di Casamari.
All'esterno gli archi presentano una modanatura a 'punta di freccia', replicata più tardi nel padiglione del lavabo.
Le trifore della metà orientale, dai fusti tortili e lisci, presentano capitelli a crochets (a uncini) che spaziano dal motivo 'a gambo di sedano', alla palma e all'acanto spinoso. Le basi sono decorate con eleganti trine floreali e motivi angolari (griffes) sempre diversi. Molto più elaborate le due quadrifore ad ovest, con colonne e capitelli lavorati in maniera spettacolare. Si vedano la colonnina incisa a punta di diamante e quella con fiori applicati. Subito accanto, la colonnina a lacunari ottagonali conserva ancora oggi le tracce dell'originaria decorazione musiva. Le basi e i capitelli a fiori di narciso e a foglie d'acanto mosse dal vento rivelano l'influenza del gotico avanzato.
Spicca in particolare la coppia di colonne con il capitello a teste fiorite. La base quadrangolare reca incise sui lati una trifora e una bifora sormontate da un rosone. I tori delle due colonnine sono scolpiti con elementi floreali e teste feline. All'inizio del Novecento erano ancora visibili gli inserti musivi e la rifinitura dipinta in rilievo (forse in stucco) sui fusti delle colonne.
La decorazione estrosa di questo lato del chiostro e le affinità con il pulpito della chiesa di Santa Maria ad Amaseno opera degli scultori Gullimari di Priverno del 1291 - testimoniano il coinvolgimento di maestranze locali nel cantiere-scuola cistercense di fine secolo.
Edificio del museo
È un edificio, ad impianto rettangolare, che si sviluppa su due piani, dei quali è visitabile attualmente soltanto il piano superiore, che dal 2000 ospita il Polo Medievale del Museo Archeologico di Priverno. Il livello inferiore, coperto da volte a crociera poggianti su tozzi pilastri quadrangolari, è suddiviso in due parti da un passaggio voltato che consente l'accesso alla campagna. Il piano superiore è invece scandito da una serie di archi diaframma posti a sostegno della copertura lignea. Sui due lati delle pareti, in basso, compaiono piccole nicchie semicircolari, identificabili con le mangiatoie per gli animali, realizzate alla fine del XIX secolo quando l'ambiente venne trasformato in stalla. Vi sono due ipotesi circa la funzione originaria di questa struttura.
Da alcuni studiosi essa è stata identificata con la grangia, ossia l'edificio in cui veniva depositato il grano al termine del raccolto. L'ipotesi è sostenuta dal confronto con le altre grange cistercensi presenti in Italia e all'estero, la maggior parte delle quali era contraddistinta dalla sovrapposizione di due locali a impianto rettangolare: il piano terra era suddiviso in più ambienti, mentre quello superiore era a vano unico.
Secondo un'altra teoria, l'edificio potrebbe essere assimilato alla foresteria, il luogo in cui venivano accolti pellegrini e viandanti di transito, bisognosi di cure e di cibo, oppure gli ospiti che soggiornavano nel monastero per periodi più
lunghi. Secondo tale ipotesi, il livello inferiore ospitava il refettorio dei pellegrini, la cucina e il refettorio dell'abate che qui accoglieva gli ospiti, mentrequello superiore comprendeva il dormitorio e le latrine.