Disegno del secondo girone del settimo cerchio dell'inferno della divina commedia di Dante Alighieri dove colloca i suicidi
Nel secondo girone del settimo cerchio dell'Inferno, Dante colloca le anime dei suicidi e degli scialacquatori (coloro che distrussero il proprio patrimonio). Questo girone è caratterizzato da una foresta oscura e intricata, conosciuta come la Selva dei Suicidi.
Descrizione del Secondo Girone
- Ambiente: La Selva dei Suicidi è una foresta cupa e sinistra, con alberi contorti e nodosi. L'atmosfera è opprimente e desolata, con un senso di disperazione che pervade l'aria.
- Punizione dei Suicidi: Le anime dei suicidi sono trasformate in alberi contorti e nodosi. Questi alberi sono costantemente feriti dalle arpie, creature mitologiche con il corpo di uccello e il volto di donna, che strappano foglie e rami, causando dolore alle anime intrappolate.
- Punizione degli Scialacquatori: Gli scialacquatori sono inseguiti e tormentati da cagne infernali che li lacerano senza pietà. Queste anime corrono incessantemente attraverso la foresta, cercando di sfuggire alle cagne che li inseguono.
- Figure Importanti: Dante incontra Pier delle Vigne, un alto funzionario della corte imperiale che si suicidò per false accuse. Pier delle Vigne racconta la sua storia a Dante, esprimendo il suo dolore e la sua disperazione per la sua condizione.
Significato del Secondo Girone
Il secondo girone del settimo cerchio rappresenta la violenza contro sé stessi e contro i propri beni. La trasformazione dei suicidi in alberi simboleggia la loro perdita di umanità e la loro condanna a una sofferenza perpetua. Gli scialacquatori, costretti a fuggire dalle cagne infernali, rappresentano l'inutilità e la disperazione delle loro azioni distruttive.
Dante usa questo girone per esplorare temi di disperazione, perdita e punizione eterna, mostrando come le anime siano condannate a soffrire in modi che riflettono la natura dei loro peccati.